STORIA

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La Biblioteca «con colonne» del convento di Santa Maria Novella fu costruita tra il 1338 e il 1340 sotto la direzione di fra Jacopo Passavanti, sopra al cimitero interno dei frati (successivamente detto “chiostrino dei morti”) e all’orto, in corrispondenza dell’antico dormitorio. Il corpo principale della struttura, ampliato nel 1421 da Leonardo Dati, esiste ancora nella sua struttura originaria malgrado le trasformazioni subite nel corso dei secoli tra cui l’abbattimento delle colonne. Nell’inventario del 1489, Tommaso di Matteo Sardi elencava 932 titoli custoditi nella biblioteca. Con l’arrivo dei 7.000 volumi donati dall’arcivescovo di Pisa Francesco Bonciani, dal 1618 al 1636 venne edificata sull’orto un’altra ala, ad angolo retto con la precedente; questa nuova parte, insieme all’orto, verrà definitivamente espropriata nel 1847 dalla Società delle Strade Ferrate per la realizzazione dell’odierna Piazza della Stazione.

Il ricco patrimonio librario venne requisito nel 1809 durante la soppressione del convento da parte del governo francese. Dopo la ricomposizione della comunità religiosa avvenuta nel 1817, i frati raccolsero altri libri, ma anche questi furono oggetto della confisca da parte del governo italiano nel 1866. In seguito fu raccolta nuovamente una discreta quantità di volumi: l’attuale Biblioteca Domenicana è continuazione quindi dell’antica biblioteca del convento di Santa Maria Novella, smembrata a partire dal 1809 e dispersa negli archivi e nelle varie biblioteche fiorentine [cfr. S. Orlandi, La Biblioteca di Santa Maria Novella in Firenze dal sec. XIV al sec. XIX, in Il Rosario, 1952; G. Pomaro, Censimento dei manoscritti di Santa Maria Novella. Parte I: Origini e Trecento e Parte II: Sec. XV-XVI, in «Memorie Domenicane», n.s., 11 (1980) e 13 (1982).

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Nel tempo la Biblioteca Domenicana di Santa Maria Novella è passata sotto la direzione della Provincia Romana di Santa Caterina da Siena, con sede a Roma presso Santa Maria sopra Minerva.